Al principio del XVI sec. a.C., i babilonesi furono travolti da re Mursili degli ittiti, che instaurò una temporanea supremazia sulla Mesopotamia meridionale. A sud-ovest si estendeva l’Egitto che reagiva stancamente alla situazione di stasi, contendendo alle dinastie semitiche degli hyksos le regioni del Delta, dove si erano insediati fin dal 1640 a.C. Nella Mesopotamia settentrionale e nelle terre contigue si era saldamente installato, già da diversi secoli, il regno urrita di Mitanni; l’Anatolia centrale era governata dagli ittiti, i cassiti avevano la Mesopotamia meridionale e gli elamiti l’Iran sud-occidentale. A metà del XVI sec. a.C., l’Egitto uscì dall’immobilismo: Kamose, ultimo re della XVII dinastia insediata nell’Alto Egitto attaccò gli hyksos (1555 a.C.) che, dopo di lui, il fratello Amosi, in una ventina di anni di guerre, riuscì a scacciare dalle sue terre. Con lui ebbe inizio una nuova dinastia (la XVIII) e prese vita il Nuovo Regno. I successori di Amosi, Tutmosi I, Tutmosi II e poi Tutmosi III, estesero la propria potenza a sud fino alla Nubia e, a nord, attraverso la Palestina, fino all’Eufrate, contendendo il predominio sulla regione agli urriti, che di lì a poco avrebbero dato origine all’unificazione del regno di Mitanni. Già da sette secoli, gli urriti, originari del Caucaso meridionale, erano infatti apparsi a nord e a est della Mesopotamia, costituendo vari principati minori che, intorno al 1480, vennero riuniti da re Parrattarna. Poco sappiamo della storia di Mitanni, che per più circa due secoli costituì la più grande potenza del Vicino Oriente; le poche notizie che abbiamo provengono da archivi stranieri (egizi, ittiti, assiri). Nel XIII sec. a.C., nel centro e in tutta la metà occidentale dell’impero di Mitanni si insediarono gli ittiti, mentre la parte orientale finì in mano ai sovrani assiri, che da poco si erano resi indipendenti. Ciò che gli ittiti fecero dal saccheggio di Babilonia alla metà del XIV sec. a.C. ci giunge indirettamente da fonti egizie, soprattutto dalle tavolette in scrittura cuneiforme di Akhenaton, in cui sono documentati i rapporti tra Egitto e Mitanni. In questi documenti i sovrani urriti denunciavano, infatti, i problemi che gli ittiti creavano nel tentativo di imporsi in Cilicia e nell’alto Eufrate. La storia successiva ci è invece raccontata dalle 10.000 tavolette del palazzo e del tempio di Hattusa, la capitale del nuovo impero (presso Ankara). Queste tavolette illustrano la crescita del popolo ittita attraverso gli editti, gli atti diplomatici, le cronache reali di Suppiluliuma I, il sovrano che stabilì il suo dominio sull’Anatolia e che intraprese campagne nel Levante, fino al Libano, approfittando della momentanea assenza dalla politica internazionale dell’Egitto, travagliato dalla riforma religiosa di Amenofi IV. Quando però l’Egitto ritrovò con Seti I e Ramses II la propria unità politica, l’urto con gli ittiti divenne inevitabile.